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Rassegna stampa

 
Il Piccolo
22/08/2015
Graffi Brunoro: polo unico per le Bcc
Il presidente Fvg: «L’iniziativa di Cassa Centrale non ci coinvolge. Serve un accordo condiviso altrimenti è la balcanizzazione»

di Piercarlo Fiumanò wTRIESTE Il mondo del credito cooperativo lavora al piano di autoriforma. Ma intanto ci sono state importanti fratture. Cassa Centrale Banca, realtà storica del Trentino, diventata Credito Cooperativo Italiano, a fine luglio, nella sede della Borsa Italiana ha lanciato la proposta di un nuovo polo bancario costituito da 91 Bcc e casse rurali con avamposto a Nord Est che punta a un patrimonio tra 800 milioni e un miliardo di euro. Cassa Centrale, secondo questo scenario, diventerebbe la super-holding a capo della nuova realtà bancaria che si propone come «aggregatore» del credito cooperativo italiano. Una proposta che Federcasse ha però definito «prematura e unilaterale». All'incontro di Palazzo Mezzanotte erano presenti i rappresentanti di 42 istituti italiani, tra cui anche tre del Friuli Venezia Giulia. Ma come precisa il presidente della Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Graffi Brunoro «le federazioni delle Bcc del Friuli Venezia Giulia e del Veneto non sono state coinvolte e neppure invitate: «É stata una iniziativa esclusiva di Cassa centrale». Graffi Brunoro, il sistema delle Bcc del Friuli Venezia Giulia è quindi neutrale rispetto alla sortita altoatesina? Infatti. Già in marzo le Bcc del Fvg si erano schierate con una delibera a favore di una soluzione unitaria e condivisa per la riforma del sistema del credito cooperativo. Spero che ci sia la volontà e la possibilità di definire una soluzione comune. La cornice è quella lanciata dalla federazione nazionale Federcasse che propone un'unica holding per il sistema, ad eccezione delle Raiffeisen altoatesine? Federcasse ha già precisato le linee guida che dovranno ispirare il progetto di riforma del governo, peraltro chiesto con forza da Bruxelles: il credito cooperativo dovrà avere la maggioranza della nuova holding, con la possibilità di aprire il capitale anche ad altri soggetti non speculativi. Si è parlato delle Fondazioni bancarie ma anche di soggetti del credito cooperativo internazionale, come Rabobank o Dz Bank o Crédit Mutuel.. Posso solo dire che storicamente siamo più vicini al mondo della coperazione austriaco e tedesco. Per esempio la stessa Cassa centrale è partecipata al 12% da Dz Bank, capogruppo industriale del credito cooperativo tedesco. Il progetto di autoriforma di Federcasse punta a porre a capo dei circa 400 istituti della galassia Bcc una sola Spa. Sarà Iccrea? Non è scontato ma è una ipotesi. Quali funzioni dovrà svolgere la capogruppo che sarà controllata in maggioranza dalle stesse Bcc? Dovrà avere incisivi poteri di controllo e su questo punto la stragrande maggioranza del sistema delle Bcc italiane è d’accordo. Il vincolo sarà modulato a seconda della virtuosità delle singole Bcc: maggiore sarà il merito e più grande sarà l'autonomia di cui godrà la banca. Su quali punti state cercando un accordo? Ci sono alcune asticelle da definire che dovranno essere recepite da Bankitalia. Ci stiamo confrontando sul patrimonio della capogruppo, anche a livello aggregato, che dovrà essere sostenibile per fare fronte ai rischi di stabilità che il progetto di autoriforma vuole contrastare. Un secondo punto chiave riguarda il numero delle banche che aderiranno. Infine, la definizione della governance. Dobbiamo trovare una soluzione unitaria e successivamente fissare il quadro normativo. Ci sarà un accordo? Spero che ci sia la volontà e la possibilità di definire una soluzione comune. Cassa centrale ha dimostrato capacità organizzative e gestionali al servizio del credito cooperativo che devono essere messe al servizio di tutto il sistema. Il polo proposto da Federcasse garantirebbe autonomia alle Raiffeisen altoatesine. Cassa centrale vorrebbe portarsi dietro il Nordest... Il progetto di Cassa centrale rischia di dividere. Come ho anche detto nell’ultima assemblea dobbiamo evitare la balcanizzazione del Credito Cooperativo Italiano. Federcasse sta cercando, con grande difficoltà, di svolgere il suo ruolo di mediazione in un confronto difficile. Se non sarà possibile allora troveremo altre soluzioni. Siete in attesa del decreto del governo.. Mi auguro che in uno dei prossimi consigli dei ministri in settembre o al massimo ottobre il decreto sarà pronto. Lo stato di salute delle Bcc? Le prime indicazioni sulle semestrali dicono che siamo in linea con l’andamento dello scorso anno. Ci stiamo avvicinando alle soglie di sicurezza su incagli e sofferenze richieste dalla Banca d’Italia. In regione qualche segno positivo lo intravediamo. La riforma del sistema è fondamentale per ripartire. ©RIPRODUZIONE RISERVATA