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di Fabiana Dallavalle wUDINE A diciotto anni dalla scomparsa di Gilberto Pressacco, studioso friulano, che ha lasciato in eredità un importante bagaglio culturale e artistico, coniugando competenze di teologia, musicologia, musica e storia della danza, oltre agli importanti contributi alla musicologia locale e alla storia della primitiva chiesa di Aquileia, il premio a lui intitolato “Maqôr Rusticitas 2015”, istituito sei anni fa dall’associazione don Gilberto Pressacco, ha assegnato ieri due premi, individuando in Angela Felice e Federico Rossi, rispettivamente direttrice del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, e fondatore dell’associazione culturale Colonos di Villacaccia e di Avostanis, due personalità di spicco di quella “rusticitas” a cui il riconoscimento si ispira. Alla cerimonia di consegna, nell’auditorium della Regione Friuli Vg, aperta dal coro Primavera degli ex allievi dell’Itc, dopo il saluto del sindaco di Udine Honsell, dell’ex sindaco di Aquileia Scarel, del sindaco di Sedegliano Donati, del presidente della commissione regionale Cultura Martines, della delegata del rettore D’Orlando, e del presidente delle Bcc, Graffi Brunoro, si è entrati nel cuore della cerimonia di consegna introdotta dall’emozionante ascolto dell’Inno alla gioia, di Beethoven, che ha visto in piedi tutto il pubblico presente al premio. «Con fantasia e tenace dedizione hanno ideato e concretato lungimiranti progetti culturali di elevato livello e di raffinata rusticitas»: queste le motivazioni del premio che ogni anno celebra i valori umani e culturali insiti e compendiati nel termine “rusticitas”. «Rusticitas, dunque - ha sottolineato Flavio Pressacco, presidente dell’associazione Gilberto Pressacco - come stile distintivo del Cristianesimo aquileiese delle origini, sintesi delle qualità positive riconosciute universalmente alla popolazione friulana: semplicità, frugalità, onestà, schiettezza, coerenza, rifiuto dei compromessi». Al pianista e compositore Glauco Venier, premiato nel 2014, il compito di proferire la “laudatio” dedicata ai vincitori: «Voi siete due visionari entusiasti – ha detto Venier –, perché quando fate qualcosa questa dura nel tempo, le vostre iniziative sono longeve e avete coraggio di portare fuori dei nostri confini la nostra cultura». «Niente si ottiene se si è da soli, il mio ringraziamento va a tutte le energie che convergono nel Centro Pasolini di Casarsa», ha commentato Felice. Rossi in friulano stretto, dopo il ringraziamento al suo gruppo di lavoro ha toccato i temi della stretta attualità dalle migrazioni alla globalizzazione ribadendo l’importanza dell’autonomia. I premiati hanno ricevuto due opere del maestro Giorgio Celiberti, pittore, scultore e “cittadino del mondo”, che ha ideato la sua opera quale “simbolo di libertà per guardare all’altro con attenzione e ascolto, liberi da pregiudizi». L’incontro, condotto dal giornalista e operatore culturale Paolo Medeossi, è infine giunto a chiusura con l’intervento del gruppo vocale “Soavi Accenti” in un intenso omaggio a Pasolini e a don Gilberto Pressacco.