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La Carta della Finanza libera, forte, democratica

carta finanzaL’Italia ha bisogno di darsi una nuova Agenda dello sviluppo. Anzi, di una re-agenda. Siamo chiamati ad una reazione per costruire una nuova fase di progresso durevole del nostro Paese. Il progresso non è solo economico. E’ anche culturale, sociale, civile. E la buona finanza è indispensabile ad un progresso di lungo periodo: crea opportunità, include, educa, consente di realizzare sogni e progetti. Dare credito a chi lo merita è dare speranza. E’ fabbricare fiducia.”

1. Responsabile. Una finanza responsabile, sostenibile, non solo nel senso della attenzione alla allocazione delle risorse, ma anche una finanza responsabilmente gestita e orientata al bene comune. Interpretata da persone capaci di incarnare valori ed essere buon esempio in una società segnata dalla primazia del piccolo vantaggio, della convenienza a breve termine, delle rendite di posizione, piuttosto che dal perseguimento della reale utilità.

2. Sociale. Attenta ai bisogni della società. Capace di guardare oltre se stessa. Nella consapevolezza che lo sviluppo è una variabile dipendente del ben-essere. Le banche crescono, e diventano esse stesse “attrici” di sviluppo, se fanno crescere i territori e le economie locali intorno a sé. La finanza che vogliamo è una finanza di comunità, personalizzata e personalizzante.

3. Plurale. Composta di soggetti diversi, per dimensione, forma giuridica, obiettivi d’impresa. Perché la diversità è ricchezza, consente di “fare complemento” rispetto alle esigenze delle persone e garantisce una maggiore, effettiva concorrenza. A beneficio del mercato stesso e dei clienti.

4. Inclusiva. La finanza promuove. La finanza abilita. Offre strumenti per costruire il futuro ed autentica “cittadinanza sociale”. Per questo deve essere aperta ed avere l’obiettivo di integrare nei circuiti economici e partecipativi. Perché, attraverso di essi, passano integrazione, rispetto, coesione, attenzione per il bene comune.

5. Comprensibile. La finanza non deve abitare i templi, ma le piazze. Deve parlare il linguaggio comune delle persone. Essere trasparente. Essere paritetica: deve porre la sua competenza al servizio delle esigenze di chi ha di fronte. Sinteticamente e con chiarezza.

6. Utile. Non autoreferenziale, ma al servizio. Non padrona, ma “ancella”. Non fine ultimo, ma strumento. Per consentire alle persone di raggiungere i propri obiettivi di crescita individuale e collettiva, di affrancarsi da destini apparentemente segnati, di mettere a fattor comune le proprie capacità ed esperienze.

7. Incentivante. Una finanza capace di riconoscere il merito, di valutare il merito, di dare fiducia al merito. Anche oltre i numeri e le procedure standard. In grado di innescare processi virtuosi di sviluppo e di generare emulazione positiva.

8. Educante. Finanza che rende capaci di gestire il denaro, nelle diverse fasi della vita, con discernimento e consapevolezza. Che accompagna con i giusti consigli ed interventi i processi di risparmio, indebitamento, investimento, spesa. Che educhi a gestire il denaro nel rispetto della legalità e del bene comune.

9. Efficiente. Impegnata a migliorare la propria offerta ed i propri processi di lavoro con il fine di garantire sempre maggiore convenienza ai propri clienti. Che sia in grado di accompagnare e sostenere processi di crescita complessi, sfide imprenditoriali, progetti di vita.

10. Partecipata. Finanza nella quale un numero diffuso di persone abbia potere di parola, di intervento, di decisione. Espressione di democrazia economica. Nel rispetto della più elementare esigenza degli individui: quella di immaginare il futuro e di contribuire fattivamente a realizzarlo.