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La nostra storia

Le BCC vedono la luce come Casse Rurali nel periodo a cavallo tra la fine dell'800 e il nuovo secolo, ad opera di cooperatori, ispirati dal Magistero sociale della Chiesa Cattolica, che ebbe un ruolo determinante nello stimolare le fasce umili delle popolazioni rurali (soprattutto agricoltori ed artigiani, allora categorie prevalenti e particolarmente fragili) ad affrancarsi dalla miseria e dal fenomeno diffuso dell'usura.

Così alla fine del XIX secolo nascono in Italia le prime Casse Rurali, che si ispirano al modello di Federico Raiffeisen che propone la trasformazione delle fondazioni caritative in istituzioni bancarie.

L'avvento del Credito Cooperativo nel nostro Paese rappresenta storicamente la prima, reale, pratica opportunità per la gente comune di utilizzare servizi finanziari.

Tre valori fondamentali danno vita alla nascita del movimento:

  • quello di attenzione verso il prossimo,
  • quello del mutualismo cooperativo,
  • quello dell'impresa.

Le prime Casse Rurali

La prima Cassa Rurale italiana a nascere sul suolo italiano è quella di Loreggia, costituita nel 1883, che si propone come strumento pratico per risolvere i problemi dell'usura, stimolare il risparmio e concedere il credito indispensabile ai contadini. Ad essa ne seguono, negli anni successivi, numerose altre.

Pur con queste diverse anime, le nascenti cooperative sono accumunate dal non porsi altro interesse se non il servizio ai soci e il soddisfacimento dei loro bisogni materiali e morali, come elementi fondanti del mutualismo cooperativo.

Dagli inizi del 1900 alla ripresa post bellica

Nei primi decenni del '900 le Casse si moltiplicano in Italia, secondo il modello di "una Cassa all'ombra di ogni campanile", ovvero in ogni comune. Il loro numero di espande rapidamente fino a raggiungere le 3.500 unità. Le crisi bancarie degli anni Venti e Trenta investono però duramente anche il movimento cooperativo, riducendo il numero delle casse rurali a circa 1.000.

Nel primo mezzo secolo di vita, le Casse Rurali vengono gestite senza il versamento di quote sociali, basandosi esclusivamente sulla responsabilità solidale dei soci. Nell'impostazione originaria delle Raiffeisen poco comune è anche la prassi di distribuire utili, che andrebbe a detrimento dell'accumulo delle riserve, da non ripartirsi mai, per il bene sociale comune e la vita futura delle Casse.

La Legge Bancaria del 1936, che nasce dalle ceneri della crisi bancaria italiana, rilancia tuttavia il Movimento, consentendo un ampliamento del campo di azione delle Casse, anche a favore degli artigiani e, in generale, di altri ceti produttivi.

Dopo i drammatici eventi bellici, anche il movimento riprende il suo corso storico con la rifondazione, nel 1945, della Federazione Italiana delle Casse Rurali, che aveva visto i suoi natali nel 1905. Lo stesso Governatore della Banca d'Italia, Menichella, convinto assertore dell'utilità sociale ed economica del movimento cooperativo, rilancia nel 1957 la parola d'ordine di una Cassa rurale in ogni comune. Si cominciano in parallelo ad affermare soprattutto in Lombardia, in Piemonte, in Trentino e in Toscana, anche momenti di aggregazione regionale tra le Casse, basati sul principio della sussidiarietà, e che sfoceranno nella costituzione formale delle attuali Federazioni locali.


Vede la luce, nel 1963, anche l'ICCREA, l'Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane, cui viene attribuito il compito di svolgere funzioni creditizie, di intermediazione tecnica e di assistenza finanziaria, atte a rendere più intensa ed efficace l'attività delle cooperative sul mercato. L'Istituto verrà poi trasformato - nel 1995 - nella holding delle società-prodotto del Credito Cooperativo, che operano nel campo assicurativo, dei fondi comuni, del leasing, e in altri ancora.


Le Banche di Credito Cooperativo oggi

Negli ultimi decenni anche le Casse Rurali e Artigiane hanno registrato una profonda trasformazione, che le ha fatte convergere verso il loro attuale ruolo di moderne Banche di Credito Cooperativo, fornitrici globali di servizi, di prodotti e di soluzioni finanziarie di elevata qualità.

Le odierne Banche di Credito Cooperativo, diretta emanazione delle vecchie Casse Rurali, pur così rinnovate per adeguarsi alle esigenze dei tempi, non tradiscono tuttavia neppure oggi quei valori etici, che ne hanno caratterizzato la lunga storia senza soluzioni di continuità.

Sono Società Cooperative senza finalità di lucro, che si pongono prioritariamente obiettivi etici e di solidarietà; sono Banche mutualistiche che erogano il credito principalmente ai soci e alle comunità locali; sono Banche locali vicine, in una vicinanza non solo fisica, ma anche di ideali, valori, e sensibilità; sono Banche solidali, società di persone e non di capitali, che valutano la persona più del suo patrimonio.


Le Banche di Credito Cooperativo rappresentano in definitiva una esperienza assolutamente originale di democrazia economica nel panorama bancario e finanziario italiano, che ha saputo in passato, e sa coniugare oggi, una spiccata vocazione sociale con una forte imprenditorialità. 

I riferimenti storici sono tratti dall'intervento di Alfredo Ferri, "L'evoluzione del Credito Cooperativo: una testimonianza", presentato al 12° Convegno Nazionale del Credito Cooperativo di Riva del Garda tenutosi il 10-12 dicembre 1999.