Mutualismo è sicuramente oggi una parola inconsueta.
L’economia mutualistica non è un’invenzione lessicale, ma un nuovo modo di fare impresa. Ciò che distingue l’economia mutualistica è il suo obiettivo: conseguire un vantaggio, anziché un profitto. E tutto ciò attraverso una relazione di vantaggio reciproco.
L’economia mutualistica ha la sua radice nella Costituzione, che, all’articolo 45, prevede: "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata". Ma la mutualità è una categoria giuridica riconosciuta anche dal Testo Unico Bancario, dal codice civile (nuovo Diritto Societario), dalla legge sulla revisione cooperativa.
Ed è anche un preciso impegno sancito dallo Statuto tipo delle Banche di Credito Cooperativo (Art. 2: "Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata").
L’economia mutualistica rappresenta dunque un modo specifico e diverso di fare impresa.
Le Bcc rappresentano le uniche banche mutualistiche in quanto svolgono la loro attività prevalentemente a favore dei Soci, senza scopi di lucro e con dei vincoli sulla destinazione delle riserve patrimoniali, sulla loro disponibilità e sulla distribuzione degli utili.
La mutualità, pertanto, è parte fondamentale dell’identità delle Bcc. Un aspetto che le distingue da tutte le altre banche.
Il Bilancio Sociale e di Missione vuole anche essere uno strumento per misurare e verificare gli effetti che questo agire mutualistico ha nei territori e nelle comunità locali in cui operano le Bcc. Il Bilancio Sociale e di Missione è quindi lo strumento di gestione, e di miglioramento, della dimensione mutualistica delle Bcc.
Non uno specchio, ma uno stimolo ad essere buona banca, buona cooperativa, buona rete.